SPES


Squadre SPES (Squadre Psicologiche Emergenza Sociale)

L’interesse per l’aiuto psicosociale nelle situazioni di crisi ed emergenza di ordine quotidiano, a cui la proposta della istituzione delle Squadre SPES direttamente si riferisce, nasce in concomitanza con la nuova sensibilità verso le situazioni traumatiche e i loro effetti che si diffonde in Europa a partire dalla metà degli anni ’90.

In particolare, se si vogliono rintracciare alcuni elementi dell’iter storico di questo tipo di soccorso, l’impulso decisivo a un capillare sistema di sostegno psicosociale nelle emergenze all’interno del sistema della medicina d’urgenza è stato fornito, in due paesi europei, l’Austria e la Francia, da due particolari incidenti: l’attacco terroristico alla stazione del Metro parigino di St.Michel nel 1995 e l’ incidente a Kaprun, nelle Alpi austriache, nel novembre 2000. Oltre alla Francia e all’Austria, il sostegno psicosociale su base quotidiana e’ tuttavia oggi assicurato anche in altri paesi, come la Germania, il Belgio e il Regno Unito, e forme di aiuto psicologico d’urgenza sono state introdotte più recentemente in Spagna.

Obiettivo del Servizio SPES

Il Servizio ha l’obiettivo di fornire aiuto psicologico e psicosociale qualificato alle vittime primarie, ai loro famigliari e al personale di soccorso. La letteratura scientifica è ricca di studi che mostrano come la capacità di far fronte agli eventi (coping) è notevolmente ridotta quando si fa fatica ad integrare nel proprio campo cognitivo un’esperienza nuova, tragica e improvvisa. Le “bad news”, o un evento tragico e improvviso possono alterare anche in modo drammatico le aspettative esistenziali sul presente e sul futuro. Per questo motivo è importante, fin dai primi momenti, la presenza di un professionista che con le parole e gli atteggiamenti più appropriati aiuti a prevenire possibili esiti post traumatici.
Trattandosi di vittime il cui disagio è direttamente connesso con l’emergenza, e quindi non riconducibile a quadri patologici pregressi, l’aiuto deve poter essere fornito tempestivamente e in loco, in stretta collaborazione con il sistema di emergenza territoriale, i Pronto Soccorso ospedalieri ed i servizi territoriali competenti.

Sono da considerare destinatari del Servizio SPES:

  • Vittime dirette dell’evento (vittime primarie)
  • I familiari delle vittime (vittime secondarie)
  • Testimoni di eventi gravi (vittime vicarie)
  • Responsabili di eventi gravi (chi ha materialmente causato l’evento)
  • I soccorritori, volontari e professionisti che a qualsiasi titolo abbiano prestato aiuto alle vittime e ai
  • sopravvissuti di eventi drammatici (vittime terziarie)
  • Gruppi sociali quali famiglie, squadre di soccorso, aziende, ecc. coinvolti

Gli strumenti di lavoro: la squadra, la formazione, la supervisione, il debriefing tecnico e il report

La squadra è il principale strumento di lavoro delle SPES ed è composta di almeno due volontari specificamente formati, di cui il primo (Senior) è uno psicologo iscritto all’Albo degli Psicologi e il secondo (Supporter) un laureato in psicologia. Entrambi necessari per la completezza dell’intervento, hanno ruoli e competenze differenziati.

Il Senior svolge alcune funzioni specifiche, quali:
Interventi dell’area clinica: valutare le condizioni emotive delle vittime e delle persone implicate, intervenire su disturbi del comportamento e/o significative alterazioni del funzionamento emotivo e cognitivo; fornire consulenza individuale e di gruppo agli operatori.

Il Supporter svolge le seguenti funzioni di supporto:
Accoglienza (facilitare la verbalizzazione, favorire la ricomposizione dei nuclei familiari; aiutare a riguadagnare un senso di controllo).
Informazioni sui servizi, sulle condizioni dei famigliari, ecc.

Presente in Centrale Operativa (C.O.) per 24 ore alla settimana, dalle ore 8.00 del sabato alle ore 8 della domenica, la Squadra, che è tenuta ad indossare una divisa con i loghi “118” e “Psicologi per i Popoli” per garantire sicurezza (presenza di bande ad alta visibilità), identificazione e operatività, viene attivata dal medico della Centrale Operativa 118 nei casi di:

  • Morte improvvisa di un congiunto
  • Suicidio (sostegno ai famigliari e agli astanti)
  • Incidenti stradali di particolare gravità
  • Atti di violenza
  • Esperienze drammatiche e altamente stressanti vissute dai soccorritori

La formazione dei volontari che devono far parte della squadra SPES è specifica per intervenire in contesti di emergenza .
Il corso, di durata semestrale, prevede una conoscenza approfondita delle seguenti tematiche: gli ambiti del soccorso; l’ aiuto psicosociale; la psicologia del trauma ; la psicologia del soccorritore. Terminato il corso, l’abilitazione al Servizio SPES si ottiene dopo una fase di osservazione in ambulanza con il sistema 118 e un successivo periodo di affiancamento alla squadra operativa.
Per i volontari in servizio sono previsti, inoltre, seminari di formazione permanente con esperti nazionali e internazionali di psicologia dell’emergenza, un seminario annuale al campo scuola di Protezione Civile di Rovereto (TN), incontri di supervisione mensili e debriefing tecnici all’occorrenza.

La supervisione di gruppo

Le squadre SPES sono tenute a seguire periodiche supervisioni del loro operato da parte di uno psicoterapeuta esperto. La supervisione ha la funzione di permettere la elaborazione di emozioni spesso molto intense vissute nel corso degli interventi, specie quelli più complessi e difficili.

Il debriefing tecnico

Le squadre che hanno affrontato casi di particolare complessità si riuniscono in gruppi coordinati da un volontario senior allo scopo di analizzare lo svolgimento del servizio nelle sue componenti tecniche.
Il report è considerato uno strumento indispensabile per favorire la riflessione sulla esperienza e la sua condivisione. Viene trascritto alla fine di ogni intervento, non può essere divulgato ed è compilato nel rispetto della privacy delle persone di cui si parla.

Il metodo

L’intervento si sviluppa in tre fasi:

  • L’allerta
  • L’intervento psicosociale
  • La supervisione

La fase di “allerta”

La necessità di “allertare” per un supporto agli utenti viene rilevata: direttamente in corso di valutazione telefonica da parte del personale sanitario presente in C.O. 118

L’intervento psicosociale

Quando le SPES vengono attivate, la Centrale e gli operatori presenti sul posto forniscono le prime informazioni sul caso. Una ambulanza li conduce sul luogo dell’intervento. Il compito degli psicologi è dare supporto alle persone presenti sul luogo attivando in primo luogo le reti familiari e amicali. Nella fase iniziale, dopo aver fatto un rapido esame dello scenario e aver individuato le persone più “a rischio” (minori, quanti hanno assistito direttamente all’evento traumatico, anziani, persone sole, ecc.) gli psicologi provvedono direttamente ad alcuni bisogni primari. Successivamente si fornisce aiuto in compiti di natura “pratica”, che hanno anche lo scopo di favorire la ripresa di contatto con la realtà. Un aiuto specifico è fornito nella comunicazione dell’evento ad altri famigliari, in particolare ai bambini. Un aiuto clinico mirato è fornito in caso di reazioni post traumatiche evidenti, quali il blocco emotivo, lo stato confusionale o la dissociazione post-traumatica.

Conclusioni e riferimenti scientifici

Il modello “SPES” è direttamente ispirato alle più accreditate linee-guida inerenti l’aiuto psicologico e psicosociale in emergenza:

  • I già citati “Criteri di massima per l’aiuto psicosociale nelle catastrofi”, del 2006, pubblicate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri
  • Il modello di “Primo Soccorso Psicologico” (FPA), un modello di intervento sviluppato dal National Traumatic Stress Network
  • Il modello delle Basic Therapeutic Actions (BTA), sviluppato dal prof. Fabio Sbattella (Facoltà di Psicologia, Università Cattolica, Milano)