Vajont, 9 ottobre 1963. I sorrisi spezzati


Il disastro del Vajont è stato un disastro ambientale ed umano, occorso la sera del 9 ottobre 1963 nel neo-bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont (al confine tra Friuli e Veneto), dovuto alla caduta di una colossale frana dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del sottostante e omonimo bacino lacustre alpino realizzato con l’omonima diga. La conseguente tracimazione dell’acqua contenuta nell’invaso, con effetto di dilavamento delle sponde del lago, coinvolse prima Erto e Casso, cittadine geograficamente vicino alla riva del lago dopo la costruzione della diga, mentre il superamento della diga da parte dell’onda generata provocò l’inondazione e la distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, e la morte di ben 1 910 persone.

Le cause della tragedia, dopo numerosi dibattiti, processi e opere di letteratura, furono ricondotte alla negligenza dei progettisti e della SADE, ente gestore dell’opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono e coprirono la non idoneità dei versanti del bacino