Che cos’e’ la Psicologia dell’Emergenza.


La Psicologia dell'Emergenza

 Lo Psicologo dell’Emergenza

Area di pratica professionale: PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA (*)

Classificazione EUROPSY
Clinical and Health Psychology – (Clinica, Salute e Benessere)

1. DENOMINAZIONE E DESCRIZIONE SINTETICA DELL’AREA DI PRATICA PROFESSIONALE

La Psicologia dell’emergenza connota un ambito assai ampio di studio e applicazione delle conoscenze psicologiche in situazioni critiche fortemente stressanti, che mettono a repentaglio le routine quotidiane e le ordinarie capacità di coping degli individui e delle comunità di fronte ad avversità di ampia magnitudo, improvvise e urgenti. Esse sono determinate da eventi di grande dimensione collettiva (maxiemergenze), ma anche da circostanze gravi ma più circoscritte della vita quotidiana.

In generale, ci si riferisce, ad esempio a: calamità naturali, disastri tecnologici (i Natural-induced Technological Disasters, dagli incidenti industriali a quelli chimici e nucleari), sanitari (come epidemie o pandemie, etc.), sociali (come attacchi terroristici, sommosse, migrazioni forzate con forte presenza di rifugiati, ecc.) o gravi incidenti stradali o sul lavoro, atti delinquenziali di violenza con persone scomparse, rapite, torturate, conflitti fra stati o etnie, ecc..

La Psicologia dell’emergenza rappresenta un ampio insieme di contributi diversi della psicologia (Psicologia clinica, Psicologia sociale, Psicologia della comunicazione, Psicologia ambientale, Psicologia dello sviluppo, Psicologia di comunità e della salute) e di altri domini di conoscenza, come la medicina e la sociologia, finalizzato a comprendere i processi psicologici (psicofisiologici, cognitivi, emotivi, relazionali e comportamentali) attivati da tali condizioni fuori dall’ordinario contesto di vita, nonché i loro esiti immediati e nel lungo termine che incidono sulle capacità di adattamento e sul benessere delle persone e delle loro comunità di appartenenza.

La Psicologia dell’emergenza si occupa sia delle persone direttamente coinvolte negli eventi critici (vittime primarie) sia dei loro familiari e amici e delle persone che sono state testimoni dello stesso evento (vittime secondarie) sia dei soccorritori (vittime terziarie) e della comunità ove gli eventi critici si sono verificati. Si occupa altresi’ di previsione e prevenzione dei rischi e di programmazione e gestione dei soccorsi.

Tale interesse, sul piano della ricerca descrittiva o quasi-sperimentale, si focalizza su temi quali, ad esempio:

 

  • l’analisi delle caratteristiche psicofisiologiche e psicosociali delle persone in situazioni di emergenza; l’identificazione dei fattori di rischio e vulnerabilità (ad esempio, status socioeconomico ed educativo basso, preesistenza di situazioni stressanti o di disturbi ansioso-depressivi, lutti recenti, età infantile o senile, atteggiamenti superstiziosi o percezioni distorte verso il disastro, mancanza o percezione di scarso supporto sociale, ecc.);
  • l’analisi delle condizioni che influenzano la variabilità delle risposte individuali e collettive (ad esempio, tipo e livello delle perdite subite a causa dell’evento, natura e durata dell’esposizione ai rischi, gravità della percezione di minaccia per sé o per i propri cari, grado di intensità delle prime reazioni emotive, adeguatezza degli stili personali di coping, differenti disponibilità di risorse sociali, livelli di resilienza e caratteristiche di personalità, ecc.);
  • la classificazione diagnostica degli esiti post-traumatici;
  • l’individuazione delle tecniche più adatte per l’assessment dei bisogni e delle risorse usabili dalla persona nelle situazioni di crisi e per la valutazione dell’efficacia degli interventi di aiuto;
  • analisi del sistema di assistenza alle emergenze e delle sue dinamiche di funzionamento organizzativo, dei ruoli e interazioni tra i vari attori coinvolti nella gestione delle situazioni di crisi;
  • lo studio delle forme più realistiche ed efficaci per la comunicazione pubblica del rischio e dei suoi effetti individuali e sulla comunità, lo studio dei livelli di preparazione e conoscenza degli individui e delle comunità potenzialmente a rischio, i fattori (ad esempio sociali, contestuali) che influenzano i comportamenti durante l’emergenza o l’evacuazione, lo studio delle conseguenze psicologiche dell’emergenza sui soccorritori, ecc..

La Psicologia dell'Emergenza

La prospettiva applicativa e di intervento connota profondamente il modus operandi della Psicologia dell’emergenza. Essa ha progressivamente individuato, mediante l’esperienza sul campo, approcci, procedure e strumenti tecnici, scientificamente fondati, per fornire un aiuto concreto nelle situazioni critiche individuali e collettive, svolgendo funzioni diverse già sulla scena dell’evento traumatico:

a) immediato sostegno emozionale e strutturazione e ri-orientamento cognitivo dei vari tipi di vittime dell’evento critico (crisis intervention);

b) diagnosi dello stress acuto (acute stress disorder, ASD) e prevenzione della sindrome post- traumatica da stress (PTSD);

c) facilitazione all’eventuale accesso a servizi psicologici specialistici;

d) preparazione psicosociale dei soccorritori e sostegno alle loro attività. Una specifica attenzione metodologica e pratica è rivolta verso i bambini e adolescenti, anziani, disabili psicofisici, pazienti psichiatrici, fasce sociali deboli, gruppi etnici e culturali minoritari, ecc.

Nei confronti delle vittime coinvolte nella situazione di emergenza l’intervento di primo aiuto psicologico (psychological first aid) o pronto soccorso psicosociale (psycho-social acute care), si caratterizza per la finalità di:

  • alleviare il disagio acuto espresso da risposte emotive normali a situazioni estreme, nelle loro prime fasi di impatto, più che curare specifiche patologie;
  • aiutare le persone a riconoscere le proprie risorse psicosociali per gestire il trauma personale e a recuperare capacità decisionali e di azione;
  • trasmettere speranza e rinforzare aspettative realistiche di soluzione positiva;
  • valutare le necessità di trattamenti ulteriori per categorie di persone a rischio di sequele psicopatologiche gravi, da attuare soprattutto nella fase post-traumatica (follow-up care) mediante counselling psicologico individuale o di gruppo, counselling familiare, gruppi di self-help, psicoterapia, ecc.

Un’area specifica di intervento concerne i soccorritori volontari e professionali coinvolti nella gestione dei vari tipi emergenza sia in termini preventivi (formazione psicosociale di base, conoscenza dei rischi psicosociali e delle peculiari risposte psicologiche delle vittime agli eventi traumatici, modalità efficaci di cooperazione interprofessionale, specifici processi di leadership e membership, ecc.) sia durante e dopo l’attività di soccorso (sostegno psicologico, desensibilizzazione e interventi sullo stress professionale e il rischio di burn-out, ecc.).

Lo psicologo dell’emergenza si inserisce nel sistema di gestione delle emergenze che cLa Psicologia dell'Emergenzaoinvolge numerosi e differenti professionisti (medici, infermieri, operatori del 118, educatori, operatori degli enti locali e del sistema sanitario nazionale, ecc. ) e attori istituzionali (le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, i militari, la polizia di stato, la Croce rossa, la protezione civile, ecc.) e organizzazioni di volontari. Pertanto, oltre ad assumere un’ottica di collaborazione interdisciplinare nell’ambito di équipe multi-professionali e a conoscere le logiche di intervento e dell’organizzazione dei soccorsi, fornisce uno specifico contributo professionale per coordinare le risorse e gli interventi nei centri presenti in varie zone del territorio, per assistere le persone coinvolte nel disastro e monitorare la loro situazione psichica, per programmare, insieme agli altri servizi locali, interventi a medio e lungo termine.

 

2. INDICAZIONE DELLE PRINCIPALI DISCIPLINE PSICOLOGICHE UNIVERSITARIE COINVOLTE

Ricomprende discipline che hanno denominazioni diverse, raggruppate, in ragione del carattere interdisciplinare dei temi affrontati, in differenti settori concorsuali e disciplinari: 11/E3 Psicologia sociale, del lavoro e delle organizzazioni (M-PSI/05, Psicologia sociale, M-PSI/06, Psicologia del lavoro e delle organizzazioni), 11/E2, Psicologia dello sviluppo e dell’educazione (M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e dell’educazione), Psicologia clinica e dinamica (M-PSI/07 Psicologia dinamica, M-PSI/08, Psicologia clinica).

La Psicologia dell'Emergenza

 

(*) Dal sito dell’Ordine Nazionale degli Psicologi: 

http://www.psy.it/allegati/aree-pratica-professionale/psicologo_emergenza.pdf